La Sardegna è una terra autentica e ricca di mistero, dove passato e presente si intrecciano di continuo, dando luogo ad atmosfere dal fascino senza tempo.
Trascorrere le vacanze sull’isola, specialmente in Gallura, permette infatti di godere di giornate di puro divertimento, immersi nelle acque cristalline del mare o nelle atmosfere mondane delle sue località più famose, e, al contempo, di visitare alcuni fra i nuraghi in Gallura, tra i più suggestivi dell’intero Mediterraneo.
Nuraghi, Tombe dei giganti e monumenti preistorici si ergono fieri, a pochi passi dalla costa, come muta testimonianza del mitico passato dell’isola, attendendo silenziosi la visita di quanti desiderano conoscere la misteriosa civiltà nuragica.
Ma quali sono, dunque, i siti archeologici da non perdere in Gallura?
I nuraghi in Gallura, i giganteschi guardiani di pietra
La civiltà nuragica, una delle più affascinanti e misteriose di tutta l’antichità, si è sviluppata nel periodo compreso fra il 1.800 a.C. e il 200 secolo a.C.
I nuraghi, in particolare, sono delle sensazionali costruzioni megalitiche, disseminate, in oltre 7.000 esemplari, in tutta la Sardegna, a ricordare le antiche popolazioni che qui hanno abitato, commerciato e combattuto per affermare la loro egemonia sul territorio e per antropizzare queste terre selvagge con una cultura unica al mondo.
Il nome nuraghe deriva dalla lingua paleosarda, dove il termine nur rimanda a una cavità o a un cumulo, mentre, attualmente, è usato per indicare una particolare costruzione megalitica, presente solo in questa regione, composta da una o più torri di forma tronco-conica e di imponenti dimensioni, che, in alcuni casi, superano i 20 metri d’altezza e i 10 metri di circonferenza.
Realizzato grazie alla sovrapposizione concentrica e a secco di grandi blocchi di pietra sbozzati, che creano mura spesse anche 4 o 5 metri, tale edificio, sormontato da una falsa cupola chiusa da una lastra orizzontale ed eretto alcuni millenni prima della nascita di Roma, è fra le costruzioni preistoriche più grandi dopo le piramidi d’Egitto e rappresenta uno dei più fitti misteri dell’antichità, visto che, ancora oggi, gli studiosi non ne hanno intuito la vera funzione.
I nuraghi, infatti, potevano essere delle abitazioni fortificate, nate per difendere gli abitanti dei villaggi circostanti dagli attacchi esterni, oppure dei centri di culto o, addirittura, degli elaborati osservatori astronomici.
Sul territorio gallurese, si trovano alcuni fra i più maestosi nuraghi di tutta la regione, perfetti da visitare in piena solitudine oppure accompagnati da una delle preparatissime guide locali. I più significativi sono:
- il Nuraghe Majori a Tempio Pausania
- il Nuraghe Budas a Tempio Pausania
- il Nuraghe La Prisgiona ad Arzachena
- il Nuraghe di Riu Mulinu a Olbia
Il Nuraghe Majori di Tempio Pausania sorge sulla strada che porta a Palau, in posizione strategica sulla campagna circostante. Protetto da un fitto bosco di lecci, frassini e colorate piante di corbezzolo, offre una riparo naturale durante le afose giornate estive e la possibilità di ammirare una fra le strutture megalitiche più massicce di tutta la Sardegna. Realizzato con enormi massi di granito, ha una pianta circolare irregolare e dimensioni imponenti. L’edificio è inoltre talmente ben conservato che, ancora oggi, è possibile accedere al bastione tramite una scala.
Il Nuraghe Budas di Tempio Pausania, purtroppo mal conservato, merita però una visita perchè è fra i più rilevanti esempi di proto-nuraghe di tutta la Sardegna. Caratterizzato da una forma più tozza rispetto agli analoghi edifici realizzati in epoca più recente, è alto 10 metri e presenta, al suo interno, non la classica camera di forma circolare ma alcuni corridoi e celle irregolari.
Il Nuraghe La Prisgiona ad Arzachena risale all’Età del Bronzo e sorge all’interno di un sito archeologico fra i più fruibili e coinvolgenti di tutta la Gallura, grazie alla presenza di comode passerelle e di numerosi cartelloni informativi. Il nucleo centrale dell’area è costituto da un nuraghe a tholos, circondato da un villaggio ben conservato, composto da capanne e botteghe circolari, realizzate con muri a secco e tetti di legno o paglia, e da un dedalo di strade lastricate ancora oggi perfettamente percorribili.
Il Nuraghe di Riu Mulinu a Olbia, infine, seppur poco conosciuto, rappresenta una delle testimonianze più affascinanti del leggendario passato dell’isola. Rinvenuto in occasione di una campagna di scavo condotta negli anni ’30 e ubicato sull’insenatura che termina con il porto cittadino, è caratterizzato da una torre principale in granito, molto imponente – spessa e larga circa 5 metri – , e conserva due porte di accesso, una delle quali ricorda curiosamente quelle degli edifici cretesi.
Il sito è famoso anche per il ritrovamento, al suo interno, di una statuina in bronzo che rappresenta una donna con un’anfora sulla testa, figura evidentemente collegata al culto locale dell’acqua, perpetuatosi fino all’epoca della conquista romana.
Le Tombe dei giganti, luogo di sepoltura delle leggendarie genti ciclopiche
La civiltà nuragica ha lasciato sul territorio sardo non solo edifici caratteristici come i nuraghi, ma anche monumenti altrettanto suggestivi e misteriosi come le celebri Tombe dei giganti.
Con questa definizione, ci si riferisce a delle particolari necropoli di epoca preistorica, composte da costruzioni megalitiche, scavate nel terreno o nella roccia e caratterizzate da una particolare pianta a forma di testa di toro, simbolo di fertilità. Le tombe, rinvenute ricche di corredi e di offerte votive e, secondo alcune tradizioni locali, luogo di sepoltura di antiche popolazioni ciclopiche, erano costituite da un grande vano rettangolare coperto da un tetto piatto, da un lato di fondo chiuso da un’abside e da una parte antistante, terminante con una stele, che si affacciava sulla piazza destinata ai riti collettivi.
Questi imponenti monumenti funebri, ancora oggi molto piacevoli da visitare, consentono di immaginare la complessa vita spirituale del popolo nuragico.
Nel territorio gallurese, sono presenti alcune fra le più celebri Tombe dei giganti, fra cui:
- il Complesso nuragico di Lu Brandali a Santa Teresa Gallura
- la Tomba dei giganti Su Monte ‘e S’Abe a Olbia
- la Tomba dei giganti Li Mizzani a Palau
Il Sito di Lu Brandiali, scoperto negli anni ’60, annovera una Tomba dei giganti, composta dai resti di oltre 50 inumazioni, un villaggio e una doppia torre nuragica. Datato fra il XIV e il X secolo a.C., il sito possiede l’imponente Tomba dei giganti, dotata di un corridoio lungo 6 metri, che costituiva il centro religioso del villaggio, come testimoniano i numerosi reperti ritrovati nell’area. Ciò che rende il sito così unico è però l’area dei tafoni dove, tra le rocce, si trovano alcune cavità naturali utilizzate dal popolo nuragico come sepoltura.
La Tomba dei giganti Su Monte ‘e S’Abe a Olbia è una delle testimonianze archeologiche più importanti di tutta la Sardegna. Datata fra il 1.800 e il 1.500 a.C. e riportata alla luce attorno al 1960, presenta una forma e un’architettura decisamente inconsuete.
La Tomba dei giganti Li Mizzani a Palau, infine, ha una facciata composta da una maestosa stele circondata da lastre più piccole che, tutte insieme, ricreano la classica forma a testa di toro. La costruzione risale a un periodo compreso tra il 1.500 e il 1.200 a.C. e, analogamente ad altri siti coevi, gli è stata attribuita dagli studiosi una funzione funeraria, votiva o legata all’energia magnetica che si sprigiona dalla terra.
Sulle tracce dell’antica Sardegna antica fra dolmen, menhir e misteriosi pozzi sacri
Acquistare una villa esclusiva in Gallura consente di vivere negli stessi luoghi dove si è sviluppato il leggendario popolo nuragico e di immergersi in un territorio affascinante e selvaggio disseminato di importanti testimonianze del passato.
Non solo nuraghi in Gallura, dunque, ma anche antichi luoghi di culto, monumenti solitari e suggestive tracce di cultura materiale. Fra i più interessanti, ci sono:
- il Pozzo sacro di Sa Testa a Olbia
- il Dolmen di Luras
- i Bronzetti nuragici
Il Pozzo sacro di Sa Testa a Olbia fu rinvenuto negli anni Trenta del secolo scorso. Destinato al culto delle divinità delle acque, risale al XV – XIII secolo a.C. e sorge vicino alle splendide spiagge di Pittulongu. La struttura, lunga circa 18 metri e realizzata in blocchi di granito, trachite e scisto, ha una pianta esterna a forma di serratura – a simboleggiare un collegamento fra il mondo dei vivi e quello dei morti – ed è composta da un cortile circolare, un vestibolo, un ambiente di raccordo e da alcuni gradini che conducono al pozzo collegato a una sorgente d’acqua sotterranea. L’area esterna del giardino, di forma circolare, era invece dedicata ai riti collettivi legati al culto delle acque.
Numerosi anche i dolmen e i menhir presenti sul territorio gallurese, fra cui i più significativi sono quelli di Ladas, Ciuledda, Alzuledda e Bilella.
Il Dolmen di Luras, però, rappresenta una tappa imperdibile per gli appassionati di storia. A pochi chilometri dal centro del paese, in direzione Luogosanto, infatti, si può ammirare questo semplice ma imponente monumento, realizzato in granito, utilizzato come antica sepoltura o luogo di culto.
La Sardegna, infine, ha restituito anche importanti tracce di cultura materiale, fra cui oltre 500 caratteristiche piccole statue in bronzo, alcune delle quali rinvenute proprio sul territorio gallurese.
Queste sculture di epoca nuragica, alte da 8 a 40 cm e realizzate con la tecnica della fusione a cera persa, avevano una funzione votiva e rappresentavano le figure peculiari della società dell’epoca, come pastori, artigiani, donne, guerrieri, sacerdoti e animali. Normalmente rinvenuti all’interno di tombe, pozzi sacri, templi e nuraghi, rappresentano la più toccante testimonianza della grande abilità tecnica e della complessità culturale dell’antico popolo nuragico.
Trascorrere le vacanze in una villa in affitto in Gallura, percorrendo le strade che collegano l’entroterra sardo con le rinomate località della Costa Smeralda, consente di effettuare un vero e proprio viaggio nel tempo, sulle tracce del leggendario passato di questo territorio del nord-est della Sardegna. Un territorio fiero e autentico, ricco di testimonianze archeologiche di immenso valore culturale e d’inusitata bellezza.